Page 10 - IN CORTE DI ASSISE BENTINI
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dialo.go, e anche H contracldittorio, cou se stes;.,a, e
\Pericolosa. ,,.~
l\'.la io non ci credo. Io conosco quello che ci sì
.grida contro, da Aristofane acl Airiosto, da Giove-
nale a Racine, da Dik.e1is ad Anatole France, ~ n
vituperio c~e ci infesta l'ho tuttQ n el ricor<lo e den-
tro il cuore. Abhia1110 ne1nica la letteratura e nou
ahbia1no amica la stor.ia. Eppure la volubilità della
parola è l'ultima cos;i ch e ci si urla dietro. L'opi-
11io11e del mondo si è resa conto on1aì che sè ci sono·
due parti e due tèsi in una causa h anno da essere
anche due parole. Eppoi è la legge. No, i hracci.
dell'1 croce sulla quale ci si inchioda sono: }'.avidi-
tà e Pavarizia. Il n1onc10 non fa questione di d~na
ro che con noi. Per noi vige ancora la legge Cinzia.
che vietava i c-0mpensi e huponeva il gratuito. Son
forse le -origini che ci incalzano, perchè la nostra
1 parola nacque 1povera e ignuda, :ricca solt;lntn cli
bontà e vestita di 1perdono. L ' Advocatus era il ri-
chjarnato, dalla voce clel sangue o dell'affetto, al
fianco del •reo, e nel mo1nento ·della sua angoscia.
Ed è forse per questo che l'avvocato dovrebbe
campare cl' aria!
T ir bonus, clicendi peritus, .decla111a Catone a
/
Censore.
E di poca spesa! - . aggiungo io.
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