Page 7 - IN CORTE DI ASSISE BENTINI
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E nel Q)anéttone c'è più .gusto! Presto ... , perchè ba
<lato f 0000 all'altro volun1e. .
E io, che cosa faccio, io?
Io tuff.o le inani in un pozzo. di cairta, che sa un
po' di tutto, <li polvere e ·di ripchiuso, insudata qua
e là dalla fatica della discussione, insalsata anche
da qualche spruzzo d'eloquenza, che è tutto· quel
che resta di un.a cosa che ebbe dei fremiti e diede
....
dei lampi, e tiro fuori la traccia che dormiva .... .
Dormiva, ma. un .giorno e [ler un'ora, fu suono
e voce, tumulto e scoppio, nelle mie mani. E io la
risento come se quel giorno f 9sse ieri; ed essa miri-
torna porne dalla immediatezza della sua eco; l'ho
nelle oreccl1ie· come l'ebbi .già sulle labbra. E le
parole? Anche quelle? E chi lo sa? Forse anche le
parole, 1perchè il ricordo è visione, e l'idea che ri-
viene trae seco il suono che l'espresse. A volte è la
forma ·'che-1risveglia la sostanza. E il ton-0, l'aria,
il gest~, anche quelli? Sino a un certo punlo, sL
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Purchè l'uomo sia in grado di n}arsi la carica ....
E io me la rifaccio ....
Ecco tutto.
Non si è se111pre detto che se Cicerone avesse pro-
nunciato la JltJ. iloniana così come la scrisse, con
quella forza, avrebbe vinto anzi che pe•rduta la
causa?
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